Incendio e rivolta nel carcere di Teheran dove è detenuta la giovane italiana Alessia Piperno, arrestata dalla polizia islamica.
Nel carcere Evin a Teheran, dove è detenuta Alessia Piperno, è divampato un vasto incendio in seguito a una rivolta scoppiata nella sezione 7 del carcere. Alcuni testimoni hanno riportato di aver sentito degli spari. Fuori dalla prigione gruppi di persone si sono radunate urlando slogan.
In questo carcere sono rinchiusi molti prigionieri politici tra cui la 30enne Alessia Piperno arrestata lo scorso 28 settembre. La travel blogger era stata arrestata dalle autorità per alcuni post che aveva condiviso sui social dopo la morte di Mahsa Amini. Accusata di aver preso parte alle proteste antigovernative.
Su Twitter circolano video che mostrano il fumo che si alza dal carcere. Le autorità hanno detto che la situazione è “completamente sotto controllo”. Secondo l’agenzia stampa della Repubblica Islamica, otto persone sono rimaste ferite. Evin è il carcere più famoso dell’Iran, un complesso enorme dove sono oltre a prigionieri politici anche attivisti, intellettuali, studenti e avvocati. Molti dei quali arrestati nell’ultimo mese in seguito alle rivolte scoppiate a Teheran contro la dittatura.
Rivolta nella prigione di Teheran dove sono i detenuti politici
Il fumo ha iniziato a levarsi dal penitenziario ieri sera intorno alle 21. L’incendio è scoppiato nel braccio 7 dove sono i detenuti in attesa di processo, la maggior parte dei quali arrestati per le manifestazioni che stanno avvenendo a Teheran nelle ultime settimane. I detenuti si sono rivolti dando fuoco a un deposito di vestiti. Stando ai testimoni, nel carcere sono stati uditi esplosioni e colpi d’arma da fuoco. La polizia ha sparato gas lacrimogeni anche contro le famiglie degli attivisti e studenti radunati fuori dalle prigione.
Nel frattempo all’università di Teheran risuonava lo slogan del movimento nato dalla morte di Mahsa Amini: “Teheran è una prigione, Evin è una università”. Il consiglio nazionale della resistenza iraniana, attraverso il portavoce Rajavi ha detto: “In questo momento il regime del Mullah sta massacrando i prigionieri politici del carcere di Evin e chiedo alla popolazione di soccorrere i suoi figli detenuti in carcere che sono sotto l’attacco dei pasdaran”.
“Le strade verso Evin sono intasate dalle macchine. I pasdaran hanno chiuso tutte le strade e sparano a chi tenta di avvicinarsi”, spiegano. “Si sentono fortissime raffiche di armi. C’è un massacro in corso. Si sentono da lontano le grida dei rinchiusi insieme agli slogan ”morte a Khamenei”. Il dipartimento di Stato Usa ha detto che “l’Iran è pienamente responsabile della sicurezza dei nostri cittadini detenuti ingiustamente, che dovrebbero essere rilasciati immediatamente”, ha twittato Ned Price.